“La conoscenza crea consapevolezza, la consapevolezza genera responsabilità e alimenta la maturità civile”.
Il Giorno del Ricordo è stato istituito con la Legge 30 marzo 2004 dal Parlamento italiano per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Furono oltre 250mila gli esuli dell’Istria, della Dalmazia e della città di Fiume che, in conseguenza di un trattato di pace particolarmente gravoso per l'Italia, dovettero abbandonare le loro terre, lasciandosi alle spalle dolore e morte, nella drammatica ed assoluta incertezza del proprio futuro e di quello delle loro famiglie. A muoverli non fu solo il pericolo delle violenze titine ma, soprattutto, la ferma volontà di non rinunciare alla propria identità nazionale: erano e volevano restare Italiani.
Ogni vita spesa alla conquista della libertà va ricordata e commemorata affinché la storia non debba più narrare di atrocità, di nefandezze e morte in nome di inaccettabili forme di totalitarismo, di discriminazione e di ideologie basate sulla sopraffazione, che hanno tolto la vita a persone innocenti vittime di un odio feroce e indegno dell’essere umano.
Le tragedie della storia ricordate attraverso la Giornata della Memoria e del Ricordo debbono essere momenti di significativo impegno umano e civile per impedire che qualsiasi forma di discriminazione e sopraffazione si radicalizzi anche nella nostra società. L’agire e il comportamento individuale e collettivo devono sempre essere esempio di rispetto e civiltà.