Sempre più spesso sentiamo parlare di “Sviluppo sostenibile” e “Transizione energetica” ma il più delle volte immaginiamo queste definizioni come lontane da noi, qualcosa che viene trattato chissà come e chissà dove. La loro attuazione viene rappresentata come una strana creatura di cui percepiamo nel nostro agire quotidiano solo le complicanze e le ricadute con un risvolto economico in genere sfavorevole al semplice cittadino.
E’ necessario invece che prendiamo coscienza di come ognuno di noi deve essere parte attiva e chiamato a mettere in campo nelle azioni di ogni giorno questo concetto di “Sviluppo sostenibile”, dando il proprio apporto alla “Transizione energetica” ovvero al miglior utilizzo dell’energia e alla sua generazione nel modo meno impattante per l’ambiente.
In particolare, nell’ambito della transizione energetica in corso, il ruolo degli utilizzatori finali e del semplice cittadino è sempre più importante e centrale. Il raggiungimento dei traguardi europei di decarbonizzazione (riduzione dell’utilizzo combustibili da fonti fossili per la produzione di energia) al 2030 (e 2050) conta fortemente sull’apporto degli impianti di produzione da Fonti Energetiche Rinnovabili – FER, tipicamente fotovoltaici di piccole e medie dimensioni, destinati all’autoconsumo individuale o in forma collettiva.
Il quadro normativo europeo definisce la partecipazione del singolo e della collettività alla transizione, introducendo specifici schemi di autoconsumo e di comunità dell’energia.
L’adozione da parte dell’Italia delle indicazioni normative Europee ha portato alla definizione di un quadro regolatorio relativo all’autoconsumo diffuso dell’energia ed introduce gli incentivi per le Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile (CACER), generalmente indicate “Comunità Energetiche”.
A secondo del perimetro e del numero di utenti che ne fanno parte, si hanno tre differenti CACER o Comunità Energetiche:
- il gruppo di autoconsumatori collettivi; relativo agli utenti localizzati in uno stesso edificio.
- la Comunità Energetica Rinnovabile (CER); interessa molti utenti sottesi alla stessa porzione di rete elettrica.
- l’autoconsumatore individuale a distanza.
Le Comunità Energetiche in pratica permettono di condividere energia in una porzione limitata della rete elettrica e consentono di evitare le perdite energetiche dovute al trasporto dell’energia su lunghe distanze. Questo risparmio energetico viene sostanzialmente tradotto nella possibilità per il singolo utente, facente parte della Comunità Energetica, di accedere a degli incentivi rivolti a ridurre la spesa della fornitura di energia elettrica.
L’Amministrazione Comunale si San Gervasio, in collaborazione con una Società specializzata del settore (INSPIRE), ha voluto dare il proprio contributo ai cittadini di San Gervasio nell’ illustrare e dove possibile approfondire la conoscenza della “Comunità Energetica Rinnovabile” attraverso un incontro tenutosi presso la Sala Consigliare lo scorso mese di Ottobre.
Nel corso della riunione sono stati illustrati i caratteri salienti e i riscontri giuridico-economici della Comunità Energetica, che possono tradursi in modo sintetico nei punti seguenti:
- la Comunità Energetica è un soggetto giuridico autonomo;
- si basa sulla partecipazione aperta e volontaria;
- l’obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici e sociali a livello di Comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari;
- si basa sul concetto di energia condivisa e autoconsumo virtuale.
Il semplice Cittadino può far parte della Comunità Energetica come “Membro consumatore” (senza impianto fotovoltaico di produzione) oppure come “Membro produttore” (con impianto fotovoltaico di produzione); in entrambi i casi i benefici economici di cui si usufruisce tramite l’incentivo sono legati all’energia condivisa. Questa “energia condivisa” la possiamo rappresentare come l’energia prodotta dal soggetto “A” con il proprio impianto fotovoltaico ma non utilizzata completamente dallo stesso, quindi in parte immessa in rete (locale) e utilizzata dal soggetto “B”. Il soggetto “B” pagherà la bolletta elettrica al suo fornitore abituale in funzione dei consumi rilevati dal contatore ma percepirà, dalla Comunità Energetica a cui ha precedentemente aderito, un incentivo proporzionale all’”energia condivisa” utilizzata. Questo “autoconsumo virtuale” genera benefici economici che consentono la riduzione del costo dell’energia.
Quanto sopra riportato per la Comunità Energetica è solamente una indicazione di massima della loro attuazione, in realtà assai più complessa e articolata da richiedere un’analisi specifica per ogni singola situazione. Certamente la Comunità Energetica al momento rappresenta una concreta opportunità sia per il singolo cittadino che per la Comunità di concepire e gestire l’energia (nello specifico l’energia elettrica) con un nuovo sguardo e con la consapevolezza di agire per dei benefici diffusi. In tal senso l’Amministrazione Comunale intende favorire questa forma di condivisione dell’energia, dando il suo contributo e disponibilità all’adesione dei cittadini e delle imprese a questi sistemi partecipati